p.p. 248
ed: Einaudi
prezzo: 8,99
TRAMA:
La sera in cui Giada si ammazza, Daria precipita in una sofferenza che nutre con devozione religiosa, perché è tutto ciò che le resta della figlia.
Una sofferenza che la letteratura non deve aver paura di affrontare. Per questo siamo disposti a seguire Daria nel suo buio, dove neanche il marito e nell'altro figlio riescono ad aiutarla; davanti allo scandalo di una simile perdita, ricominciare a vivere sembra un sacrilegio. Daria si barrica dietro i ricordi: quando non riusciva ad avere bambini e ne voleva uno a ogni costo, quando finalmente ha adottato Giada e il mondo "si è aggiustato", quando credeva di essere una mamma perfetta e che l'amore curasse ogni ferita. Con il calore avvolgente di una melodia, Michela Marzano dà voce a una madre e al suo struggente de profundis. Scavando nella verità delle relazioni umane, parla di tutti noi. Del nostro desiderio di essere accolti e capiti, della paura di essere abbandonati, del nostro ostinato bisogno di amore, perché "senza amore si è morti, prima ancora di morire".
"Ho bisogno di silenzio, e i ricordi gridano.
Ho bisogno dei ricordi,
Ho bisogno dei ricordi,
e il silenzio si stende su ogni cosa."
In nessuna lingua esiste un termine per definire i genitori che hanno perso un figlio, non in francese, non in inglese, non in tedesco, non in russo. Non c'è nemmeno in cinese... C'è chi sostiene che il linguaggio sia nato proprio per esprimere il dolore. Finché non si trovano le parole per dirlo, finché non lo si nomina, il dolore devasta. Ci vuole una parola, anche una sola, per riuscire a dare una forma a ciò che si prova...Se mancano le parole per nominare qualcosa, vuol dire che quel qualcosa non è a fuoco, forse non esiste nemmeno. Oppure non dovrebbe esistere. Come la morte di un figlio.
Giada si è suicidata. A raccontare tutta la vicenda a ritroso nel tempo è sua madre, Daria, che non riesce a riprendersi da quel lutto.
In punta di piedi, Michela Marzano entra nel nostro cuore, nel commovente dialogo che la mamma intesse con la figlia che non c'è più, un libro intenso e scritto con amore per la vita.
"Di fronte alla morte di una persona cara
non si tratta solo di fare i conti
con la realtà, riconoscendo ciò che si è perso,
ma anche di accettare la fine della promessa
di tutto ciò che si sarebbe
potuto o voluto vivere con chi non c'è più."
Voto: 5 su 5