p.p. 218
ed: Mondadori
prezzo: 15,30
"Mi chiamo Teresa Ciabatti, ho quarantaquattro anni e non trovo pace,
Voglio scoprire perché sono questo tipo di adulto,
deve esserci un'origine, ricordo, collego.
Deve essere successo qualcosa. Qualcuno mi ha fatto del male.
Ricordo, collego, invento.
Cosa ha generato questa donna incompiuta?"
TRAMA:
"Mi chiamo Teresa Ciabatti, ho quarantaquattro anni, e sono la figlia, la gioia, l'orgoglio, l'amore del Professore." Il Professore - un inchino in segno di gratitudine e rispetto - è Lorenzo Ciabatti, primario dell'ospedale di Orbetello. Lo è diventato presto, dopo un tirocinio in America, rinunciando a incarichi più prestigiosi, perché è pieno di talento ma modesto, un benefattore, qualcuno dice, un santo. Tutti lo amano. tutti lo temono, e Teresa è la sua figlia adorata. E' lei la bambina speciale che fa il bagno nella smisurata piscina della villa al Pozzarello, che costruisce un castello d'oro per le sue Barbie coi 23 lingotti trovati in uno dei cassetti del padre. Teresa: l'unica a cui il Professore consente di indossare l'anello con lo zaffiro da cui non si separa mai. L'anello dell'Università Americana, dice lui. L'anello del potere, bisbigliano alcuni - medici, infermieri e gente del paese: il Professore è un uomo potente. Teresa che all'infanzia scivola nell'adolescenza, e si rende conto che la benevolenza che il mondo le riserva è un effetto collaterale del servilismo nei confronti del padre. La bambina bella e coccolata è diventata una ragazzina fiera e arrogante, indisponente e disarmante. Ingrassa, piange, è irascibile, manipolatrice, è totalmente impreparata alla vita. Chi è Lorenzo Ciabatti? Il medico benefattore che ama i poveri o un uomo calcolatore, violento? Un potente che forse ha avuto in alcuni degli eventi più bui della storia recente? Ormai adulta, Teresa decide di scoprirlo, e si ritrova immensa nel liquido amniotico dolce e velenoso che la sua infanzia è stata: domande mai fatte, risposte evasive. Tutto, nei racconti famigliari, è riadattato, trasformato. E questa stessa contrarietà della verità a mostrare un solo volto Teresa la ritrova quando si mette a scrivere, ossessivamente prova a capire, ad aggrapparsi a un bandolo e risalire alle risposte. Esagerazione, mitomania, oppure semplici constatazioni? Con una scrittura densa, nervosa, lacerante, che affonda nella materia incandescente del vissuto e la restituisce con autenticità illuminandole gli aspetti più ambigui, Teresa Ciabatti ricostruisce la storia di una famiglia e, con essa, le vicende di un'intera epoca. Un'autofiction sincera, feroce, perturbante, che nasce dall'urgenza di fare i conti con un'infanzia felice bruscamente interrotta.
COMMENTO PERSONALE:
Il racconto di Teresa si svolge su più piani temporali dall'infanzia all'adolescenza i ricordi che si susseguono velocemente e ci conducono alla necessità della protagonista di essere "la più amata".
Lei bambina che venera il suo papà, che vive nel riflesso del suo potere, petulante, viziata, cresce nel lusso come "figlia del professore", le apre sicuramente molte porte, il ruolo di prima ballerina che non merita, la piscina più bella in una villa super lussuosa, una bambola parlante che nessuna bambina possiede. Eccola la principessa di papà.
Con il passare del tempo il padre diventa sfuggente sempre troppo occupato, e lei adolescente grassoccia e scontrosa, non si sente più amata.
Negli anni l'impero Ciabatti si dissolve ed il mistero intorno al Professore si infittisce.
Oramai adulta Teresa si chiede chi era veramente suo padre, e con questa autobiografia terapeutica si domanda come (a detta sua) sia diventata così una cattiva persona.
Il libro è scritto molto bene si legge velocemente e riesce a catturare l'attenzione fino all'ultima pagina.
Voto: 4 su 5