lunedì 8 aprile 2019
"BELLA MIA" di Donatella Di Pietrantonio
p.p. 182
edizione: Einaudi
prezzo: 12,00
TRAMA:
Come si possono ricomporre i cocci di una vita quando la terra e rimescola luoghi, prospettive, relazioni? Ritrovarsi alle prese con un adolescente taciturno e spigoloso che è quasi uno sconosciuto, inventarsi madre quando quell'idea era già stata abbandonata da tempo. E' ciò che succede a Caterina, la protagonista di Bella mia, quando Olivia, la sorella gemella che sembrava predestinata alla fortuna, rimane vittima del terremoto dell'Aquila, nella lunga notte del 6 aprile 2009, lasciando il figlio Marco semiorfano. Il padre musicista vive a Roma e non sa come occuparsene, perciò tocca a Caterina e alla madre anziana prendersi cura del ragazzo, mentre ciascuno di loro cerca di fare forma a un lutto che li schiaccia. Ma è in questo adattamento reciproco, nella nostalgia dei ricordi, nella scoperta di piccole felicità estinte, nei gesti gentili di un uomo speciale che può nascondersi la forza di accettare che il destino, ancora una volta, ci sorprenda. Bella mia è un romanzo di grande intensità che parla con un linguaggio scarno ed essenziale dell'amore e di ciò che proviamo nel perderlo. Ma soprattutto della speranza e della rinascita: la rinascita di una città squassata dal sisma e la rinascita ancora più faticosa della fiducia nella vita.
Con una postfazione dell'autrice.
COMMENTO PERSONALE:
Bella mia è un libro che bisogna assolutamente leggere.
L'autrice, secondo me tra le più brave scrittrici italiane di questi ultimi anni; ha la capacità di raccontare il dolore con grazia.
Il 6 aprile 2009 la terra trema e porta via tutto, persone e cose agli abitanti di L'Aquila.
Caterina sotto le macerie perde la sorella gemella Olivia, la sua eredità è il figlio Marco adolescente arrabbiato con la vita, che le ha tolto la mamma, e con un padre non capace di prendersi cura di lui. Si trasferisce con la zia e l'anziana nonna alle C.A.S.E. provvisorie.
Caterina oltre che assorbire la perdita della sorella gemella deve fare i conti con il nipote, lei che madre non è mai voluta essere.
Con le terracotte distrutte nel suo laboratorio, così anche nella sua vita inizia piano piano la ricostruzione.
Senza buonismi e luoghi comuni l'autrice racconta una tragedia così grande, la perdita dei propri punti di riferimento.
Vi consiglio di leggere la postfazione della scrittrice, molto toccante.
Voto: 4,5 su 5
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