giovedì 4 maggio 2017

"LE DIFETTOSE" di Eleonora Mazzoni














p.p.      172
ed:       Einaudi
prezzo: 13,60



TRAMA:

Carla ha quasi quarant'anni, un compagno praticamente perfetto, un lavoro stimolante e un certo fascino. Ma non riesce ad avere un figlio. E per una come lei, abituata a centrare l'obiettivo, il senso di fallimento brucia senza consumarsi. Perché l'ossessione della maternità si può affinare al punto da dare dipendenza. Accade a molte delle donne che Carla incontra quando decide di tentare la fecondazione assistita. Tutte stanno in fila, mese dopo mese, per eseguire lo stesso rituale: gli ormoni, il pick-up, il transfer, l'attesa.
Conoscono il proprio corpo e i suoi segnali con una precisione maniacale. Usano un oscuro gergo da iniziate. Perché loro non aspettano un bambino, "fanno la cova", non rimangono incinte, "s'incicognano". Mentre a forza di medicine si gonfiano come galline d'allevamento, le donne "difettose" si sfogano, si danno conforto, nelle sale ospedaliere o nelle chat. Nel suo viaggio alla ricerca della maternità, e di una forza di saggezza che pare sempre scivolare fra le dita, Carla può contare su di loro, ma anche su due guide spirituali d'eccezione: Seneca, oggetto dei suoi studi di latinista, e nonna Rina, che prima di diventare solida come una quercia era stata fragile come un albero rinsecchito. Nonostante persino la Bibbia sia piena di vecchie sterili che all'improvviso riescono a procreare, Carla forse deve mettersi in testa che un figlio non è un diritto, come le dice Marco, il suo compagno, con quella sua franchezza generosa e un po' leggera.




Eppure, rispetto alle madri "secondo natura", noi "difettose" 
abbiamo una marcia in più, 
con quel figlio che non "capiterà" 
mai per caso, 
così amato tanto tempo prima di essere concepito.



COMMENTO PERSONALE:

Sono riuscita a leggere questo libro a ridosso del sesto compleanno di mio figlio, ho finalmente trovato il coraggio di farlo e con la protagonista Carla, in piccola parte ho rivissuto quel periodo difficile della mia vita, nella sua quotidianità mi sono ritrovata a pensare a quei giorni e devo sempre in ogni momento ritenermi super fortunata.
Questo è un argomento controverso, pieno di pregiudizi. Anche se la maternità non è necessaria per sentirsi pienamente donna, è indubbio che rappresenti un'esperienza unica.
Una donna infertile si sente vuota, incompleta, "difettosa" appunto.
E se ricorre alla fecondazione artificiale sa di essere giudicata doppiamente difettosa.
Questo romanzo non è un autobiografia, come specifica l'autrice, ne un libro sulla fecondazione assistita. E' un racconto sul mistero della vita, dei nostri desideri, della difficoltà di esaudirli, del perché li perseguiamo e pagando quali prezzi. Del perché alle volte li abbandoniamo. Parla di cosa significa sentirsi realizzati. Del perché la nostra volontà non basta a perseguire quello che ci prefiggiamo. 
Io credo che di procreazione assistita occorra parlarne sempre di più, con competenza e senza preconcetti. Visto che è destinata a rivoluzionare e cambiare in modello di famiglia tradizionale.
E soprattutto non chiedete mai ad una donna quando farà un figlio, non è per niente, tutto così scontato..


Voto: 5 su 5




  

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